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Diamanti e Brillanti

Diamanti e Brillanti

La parola diamante deriva dal greco adamas, termine da cui si è successivamente originato l’aggettivo ‘adamantino’, volto ad identificare le doti di purezza, resistenza e incorruttibilità tipiche della pietra preziosa per eccellenza.

Il diamante è composto da carbonio purissimo in forma cristallizzata, solitamente a forma di ottaedro o esacisottaedro, di difficilissima reperibilità. Il diamante è noto soprattutto per l’estrema durezza e resistenza da cui è caratterizzato, tanto da essere il minerale naturale più duro di cui si sia a conoscenza. A causa di questa sua durezza e resistenza, il diamante trova ampia applicazione nell’ambito della gioielleria in quanto in grado di conservare le proprie caratteristiche estetiche per lungo tempo senza essere scalfito dall’usura del tempo.
Le stesse caratteristiche che fanno risultare il diamante così apprezzabile da un lato, dall’altro rendono particolarmente difficoltosa e delicata la sua lavorazione. L’operazione di taglio del diamante dev’essere effettuata con particolare cura e perizia, cercando di sacrificare il meno possibile, soprattutto a causa del suo elevato valore commerciale.
Tra i tagli adottati per il diamante, quello sicuramente più conosciuto risulta il taglio a brillante.
Si tratta di un taglio rotondo di 57 faccette (58 se si considera anche la tavola), specificatamente ideato per esaltare a pieno le doti di dispersione della luce posseduta dal diamante e esaltarne al massimo la lucentezza. E’ bene tuttavia sottolineare come il taglio a brillante possa essere applicato anche ad altre pietre preziose e semipreziose, senza però ottenere gli stessi risultati, a causa dei differenti indici di rifrazione appartenenti a ciascuna pietra. In generale, parlando di ‘brillanti’ senza dichiarare il nome di un’altra pietra, si fa riferimento semplicemente ai diamanti taglio brillante.
Esistono quattro diversi fattori su cui basarsi per la determinazione del grado di qualità di un diamante, denominate anche le ‘quattro C’:

  • Colore: la qualità estetica di un diamante viene identificata in buona parte nel livello di “assenza di colore”. Esistono tuttavia diversi diamanti in natura di colorazioni differenti, queste diverse colorazioni sono dovute alle diverse tipologie di minerali presenti nel sottosuolo. A tal proposito, è interessante notare come il suggestivo diamante nero abbia tale aspetto proprio a causa della presenza di inclusioni di ossidi di ferro e ferro, nonché alla differente cristalizzazione del carbonio. Per la definizione del grado di colore (o meglio dell’assenza di colore) nel diamante preso in esame, viene utilizzata una scala composta da pietre di paragone, ognuna delle quali ha un grado di colore predefinito indicato con una lettera che va da “d” (incolore assoluto) fino a “s-x” . Esistono tutttavia dei diamanti che presentano un livello di saturazione nel colore, tale da renderle gradevolmente colorate, tali pietre vengono definite “fancy” e vengono valutate in un listino a parte.

  • Purezza: le inclusioni possono esere minuscoli minerali che rimangono incastrati all’interno della pietra durante il processo di formazione nel sottosuolo, oppure possono presentarsi sotto forma di piccole crepe interne, che tuttavia non indeboliscono la pietra. In altri casi ancora le impurità possono essere in superficie, si presentano come graffi quasi impercettibili ad occhio nudo, visibili solo con le apposite lenti. E’ stata elaborata una precisa scala di misurazione a cui attenersi durante la valutazione della purezza di un diamante:
    Flawless F Internamente ed esternamente pura
    Internally flawless IF Internamente pura
    Very very slightly included VVSI 1 - VVSI 2 Inclusione molto difficilmente visibile
    Very slightly included VSI 1 - VSI 2 Inclusione difficilmente visibile
    Slightly included SI 1 - SI 2 Inclusione facilmente visibile
    Included I1 – I2 – I3 Inclusioni visibili a occhio nudo
  • Taglio: si prendono in considerazione principalmente la forma, la simmetria e le proporzioni del taglio effettuato sul diamante. E’ necessario rispettare rapporti geometrici ben precisi per ottenere un taglio che valorizzi al massimo il diamante lavorato. Tra i tagli più popolari, oltre al famoso taglio a brillante, vale la pena ricordare: rotondo ovale, a goccia, quadrato, a smeraldo, a cuore, a marquise.

  • Peso: il peso dei diamanti viene calcolato in carati, dal peso equivalente di 0,2gr. Esso ha un’influenza significativa nella stima del suo valore.